mercoledì 22 agosto 2007

Lo sciopero fiscale della destra populista.

Una parte dell'opposizione minaccia di di indire uno sciopero fiscale per affossare un governo democraticamente eletto da un anno.
L'esecutivo non ha commesso atti liberticidi, non ha affossato l'economia, non ha portato l'Italia in default: l'unica ratio addotta dalla destra italiana è la riconquista del potere a tutti i costi, anche se questo significa l'annientamento dei conti pubblici.
In un paese civile, una proposta del genere susciterebbe più ilarità che disapprovazione. I cittadini civili sanno benissimo che lo Stato non è una oscura e astratta "entità mangiasoldi", come sostiene una destra irreposabile, ma lo Stato sono loro stessi. E sanno che senza lo Stato l'economia andrebbe a rotoli.
Ebbene questa tecnica di lotta politica, sleale e ricattatoria, in Italia potrebbe paradossalmente funzionare; infatti la proposta viene presa sul serio. Gasparri non approva ma sostiene che "ogni protesta è giustificabile", ForzaItalia è in brodo di giuggiole.

A patto, naturalmente, che l'operazione sia coperta da un adeguato bombardamento mediatico preparatorio, uno sciopero del genere potrebbe mettere l'esecutivo alle corde e, considerando la sua oggettiva debolezza, costringerlo alle dimissioni.

Il mondo ci riderebbe dietro?
Poco importa, un bel sorriso in Tv ci convincerà che... italians do it better!

sabato 18 agosto 2007

Beppe Grillo VDay

Premessa: ho sempre apprezzato Beppe Grillo tanto che in più occasioni ho assistito ai suoi spettacoli dal vivo. Ho la coscienza pulita se giudico il Beppe Grillo di oggi come un demagogo innamorato di sè stesso, un populista di razza che si prende terribilmente sul serio.
Non è un caso se ha scelto come simbolo mediatico della sua manifestazione la "V" del film "V per Vendetta" dei fratelli Wachowski, filmaccio brutto, pretenzioso e superficiale.

Che Grillo sia un populista lo dice De Mauro:
http://www.demauroparavia.it/84991
http://www.demauroparavia.it/84990
per cui, se non si vuole entrare nelle logiche del bispensiero mettendo in discussione il dizionario, anche i fans più accaniti dovrebbero riconoscere la validità della definizione.

Infatti Grillo, coe da definizione, divide il mondo in cattivi e buoni: da una parte ci sono i perfidi oligarchi della classe dirigente italiana, subdoli ingannatori dei cittadini, mesti intrallazzatori del tutto privi di etica e buoni sentimenti; dall'altra c'è il popolo buono e puro e onesto, quello che vuole un mondo migliore sulla Terra e nell'intero sistema solare. Va da sè che i buoni sono i suoi spettatori, il suo pubblico, i lettori del suo blog, che si identificano automaticamente dalla parte del bene solo per il fatto di stare lì, e si sentono incosciamente appagati da questa adulazione preventiva.
E' una tecnica che prende il nome di "captatio benevolentiae", ed è spesso usata dai populisti.
Quello che il suo pubblico non capisce è che se ci sono gli ingannatori, dall'altra parte ci sono gli ingannati. E allora sono proprio loro, quelli: Grillo spiega che tutto sommato non avevano capito un cazzo, e questi invece di pensare "che razza di ignorante ero, avevo bisogno di un comico per sapere questo o quello" o di preoccuparsi su perché non lo sapevano, si beano per l'illuminazione.
Ma chi ha bisogno di Grillo per sapere che Telecom fu acquistata con il sistema delle cd. "scatole cinesi" forse dovrebbe chiedersi perché non era a conoscenza di un fatto tanto importante e significativo. Forse perché non leggeva i giornali, forse non gli interessavano gli articoli economici, spesso noiosissimi, forse se ne fregava, o forse - ed è l'ipotesi più probabile - acquisiva informazioni solamente dalla Tv. Come la grande maggioranza degli italiani.
La questione, dunque, va inquadrata in un'ottica di controllo dell'informazione.
Se il sistema di comunicazioni di massa puo' essere facilmente manipolato si creano ineluttabilmente sacche più o meno estese di ignoranza. Quell'ignoranza, appunto, che permette a Grillo di riempire i Palasport e la saccoccia.
Un sistema che raggiunge milioni di persone alla volta, che ti entra in cucina e in salotto a spararti informazioni che la maggior parte delle persone considera attendibile, è un sistema di una potenza inaudita. Il sistema di informazioni, in un ambito almeno formalmente democratico, è il vero unico contraltare moderno al potere della politica. E' il giornalista che denuncia il malaffare, e tanto più è scandaloso, tanto più lo urla e lo sbatte in apertura nei Tg. Ma questo non avviene, perché il giornalista è asservito ai suoi editori (che sono tutti politici!). Se il sistema di informazioni è marcio, il marciume dilaga senza controllo perché non c'è alcun potere ... di controllo. Non è ovvio? Ma SuperGrillo non lo dice.
Il Vaffanculo Day, infatti, esprime la sintesi del Grillo pensiero in tre punti.
Dovrebbero essere le priorità, ma in nessuna si accenna alla questione fondamentale, cioè (non mi stacherò mai ri ripeterlo) l'informazione.
Dal sito si legge infatti:
-------- PRIMO: Nessun cittadino può candidarsi se condannato in via definitiva o in attesa di giudizio. --------
Questa è una minchiata supergalattica. Grillo non specifica per quali reati, dunque basterebbe una denuncia per diffamazione da parte di un avversario politico per impedire a una persona del tutto innocente di partecipare alla contesa democratica.
C'è una seconda questione. Grillo dimentica un principio cardine della democrazia, accettato da tutti come tale: gli eletti in Parlamento li decide il popolo attraverso libere elezioni. Dunque, se ci sono deputati condannati per mafia o altro, è perché qualcuno li ha votati. Mi si puo' contestare che la sciagurata legge elettorale, bloccando le liste, abbia reso incontrollabili gli eletti, a prescindere. E' un'obiezione sensata, tuttavia ricordo che la legge vigente impone la pubblicazione della lista dei candidati, visibili da tutti. La legge elettorale è stata stampata sulla Gazzetta Ufficiale. Se Forza Italia candida Hannibal Lecter capolista, un cittadino informato dovrebbe sapere che il simpatico The Cannibal è un tipo colto e raffinato, ma un pelino squilibrato, e quindi magari evita di votare quel partito. Il fatto è: la gente sa chi andrà votare? Sa chi sono i capolista? E ancora: se c'è un mafioso capolista, non sarà il caso di votare un'altra lista?
Applichiamo la logica. Ci dice che i casi sono due:
1) gli elettori sono male e poco informati su Hannibal The Cannibal e sulla legge elettorale, e allora il problema sta nell'informazione. Ma Grillo, appunto, non lo specifica, e se lo fa non lo fa con la dovuta energia. Se agli elettori nessuno spiega che il dottore gli mangerebbe il fegato, il cannibale appare come uno psichiatra dalle buone maniere.
oppure
2) gli elettori sanno benissimo chi è Hannibal e conoscono perfettamente i meccanismi della legge elettorale, tuttavia Forza Italia in quella circoscrizione prende il 28%: dunque votano volendosi far rappresentare da un cannibale in Parlamento. Ma in questo caso il problema è negli elettori, il guaio è che ci sono in giro migliaia - o milioni - di italiani che non si fanno scrupoli di votare uno che si se gli stai sul culo ti mangia le budella. Ed è con quegli italiani che Grillo dovrebbe prendersela, allora. Ma allora i cittadini non sono più così innocenti, e allora crolla il castello populista: meglio tornare a prendersela con gli oligarchi cattivi nemici del popolo buono, è più facile perché sono numericamente pochi: i parlamentari, i ministri , i grandi manager. Nessuno escluso, più o meno. Forza Italia è il primo partito d'Italia. Gli italiani sono dunque un popolo di pregiudicati e di mafiosi e di falsari di bilanci? Oppure più semplicemente l'informazione ha sorvolato e molto sulla qualità delle candidature, ai tempi della campagna elettorale giocata tutta sulla Tv del padrone? Non ho visto speciali di Vespa replicati con indignazione e testardaggine agli inquisiti candidati, non ho sentito i Tg organizzare speciali e specialissimi, e l'unico che mi viene in mente è l'instancabile Travaglio, che denunciava con vigore paesino per paesino (e senza farsi pagare 25 euretti) nomi e cognomi di destra e sinistra, senza fare sconti a nessuno. 300.000 libri in qualche settimana, magari 500.000: la metà di quello che raggiunge il solo Emilio Fede con un suo Tg in mezz'ora.
E allora Grillo, perché invece di accusare i partiti di candidare mafiosi, non accusa l'informazione di non fare informazione? Perché se la facesse, e se fosse tosta, i partiti selezionerebbero i propri candidati con maggior cautela. In altri paesi la stampa e la Tv strillerebbero su cose del genere. Forse non sarebbero nemmeno concepibili. In Italia sì. E torniamo all'informazione adulterata.

SECONDO: Nessun cittadino italiano può essere eletto per più di due legislature. Regola valida retroattivamente. --------------------
Potrà essere un principio apparentemente condivisibile, ma a ben vedere è più fumo che arrosto. Di certo non è la priorità dell'Italia. Due legislature possono durare pochi anni, e se è vero che è bene punire i politici furbi e maneggioni è altrettanto giusto gratificare i politici capaci, onesti, meritevoli di fiducia. L'applicazione di questa legge impedirebbe a Veltroni, tra l'altro, di entrare in Parlamento.

TERZO: I candidati devono essere votati dai cittadini con la preferenza diretta. -------------------- Preferenza diretta, messa così, significa poco, pochissimo. Grillo si riferisce alle preferenze multiple della vecchia proporzionale, ossia a quelle norme abrogate dal primo referendum di Segni? O forse si riferisce al sistema maggioritario? Su questo non piccolo dettaglio bisogna essere precisi e fare proposte serie, perché - lo si voglia o no - la legge elettorale sortisce profondi effetti diretti sull'assetto politico e comunque una legge elettorale perfetta non esiste e non puo' esistere.
Qui si tocca il nervo del sistema istituzionale, dunque non ci si puo' improvvisare costituzionalisti un tanto al chilo. Il sistema elettorale è importante e liquidarlo con una questione di "preferenze dirette" non significa nulla, se non alimentare confusione a confusione. Il limite intrinseco e ineliminabile della democrazia rappresentativa è che rimane un sistema a rappresentanza indiretta e ristretta. Non si possono candidare tutti, sennò le liste sarebbero libri di Tolstoj.
E ancora: Grillo cita la legge elettorale. Bene, fa cagare a tutti, compreso a chi l'ha concepita e redatta. Ai tempi della sua approvazione, Prodi tentò di organizzare una manifestazione per bloccare l'infame legge-truffa. Ebbene, io andai a quella manifestazione di piazza e fu l'unica a cui partecipa,i perché era decisamente un fatto troppo grave. Risultato: un flop: 30-40.000 persone a essere ottimisti, probabilmente molte meno. Non vidi Beppe Grillo, non lessi di alcuna mobilitazione nel suo blog contro la legge elettorale che critica tanto OGGI. La sinistra sbaglia spesso, ma - per una pura questione statistica - qualche volta puo' addirittura avere ragione. In quella occasione ne aveva da vendere, e andava appoggiata.

Quella legge elettorale aveva un solo, unico, chiarissimo colpevole: la destra italiana. La sinistra aveva ragione, la destra aveva torto. Secco e manicheo, come piace a Grillo. Per Beppe no: secondo lui era lo stesso Grillo - il portavoce dei cittadnii italiani - ad avere ragione; destra e sinistra, come sempre, avevano torto allo stesso modo.
Ed ecco che invece di sottolineare la questione politica e di appoggiare con tutti i mezzi la battaglia sacrosanta della sinistra (ma doveva essere la battaglia di tutti) contro quella immonda legge-sopruso, Grillo coglie l'occasione per attaccare anche... la sinistra! Invece di informare e di scandalizzarsi, fa la solita menata sui "cittadini che non contano" e con un titolo eloquente ("Il ballo del Qua Qua") ci spiega che tutto sommato i politici sono tutti uguali, corrotti, svenduti, quasi indistinguibili.
Questo il post sulla legge elettorale:
http://www.beppegrillo.it/2005/10/il_ballo_.html
Due commenti a caso degli avventori del blog, datati 2005 subito dopo l'approvazione della porcellum, sulla legge elettorale che ancora oggi vedono - a torto - come il frutto avvelenato di un inciucio:
"caro beppe perché non aprofitti del molleggiato per dire le false verità sull'11 settembre?" (...!)
"un amico mi ha parlato di un deputato DS che hanno detto che sono d'accordo anche loro sotto sotto con la legge di Calderoli..."
mi fanno comprendere che nessuno di questi aveva capito che quella era una mossa che poteva portare il centrosinistra alla sconfitta perché ne scompaginava gli equilibri politici. Vedendola con malizia, quella legge è costata al Csx decine di deputati, e dunque molti soldi. Il Csx si era organizzato per affrontare elezioni maggioritarie, e il csx nel maggioritario era molto, molto, molto più forte.

Grillo non sottolinea è che è in corso una raccolta di firme per un referendum sulla porcellum, il quale costringerebbe a una profonda revisione legislativa. Ma sono cose troppo serie; in un clima generalizzato di sfiducia verso la politica, l'antipolitica paga. Grillo probabilmente non si rende conto che questo malumore verso la classe politica viene strumentalizzato dalla destra. L'equazione "destra e sinistra sono uguali" rischia di alimentare innescare un processo qualunquista che sfocia nell'astensionismo, colpendo in primis il già malconcio centrosinistra.
E si è visto quanto è pericoloso affidare lo Stato a un monopolista delle comunicazioni.